Siamo stati un bel po’ a cercare di fare chiarezza nella sala riunioni di Cantine Coli per mettersi d’accordo si come chiamare questo caso….
C’è chi, nello staff di Cantine Coli lo chiama pittogramma, cioè un disegno molto stilizzato che rappresenta con semplicità, velocità un simbolo ( ad esempio i bambini che attraversano la strada nei cartelli stradali per avvisare della prossimità di una scuola).
E c’è invece chi sempre nello staff di cantine Coli che lo chiama ideogramma ( che sarebbe poi alla base della scrittura cinese e giapponese) quando con alcuni segni composti non si va a formare un suono ma un disegno più o meno riuscito dell’oggetto.
Ma alla fine, almeno qui a Cantine Coli ci siamo accordati per chiamarlo ‘simbolo’. Esattamente com’è un simbolo quello che appare in diversi punti del duomo di Firenze ed è il simbolo dell’Arte della Lana cioè la corporazione che più di ogni altra contribuì alla edificazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Simboli che sono stati posti in luoghi privilegiati per ribadire l’importanza di una famiglia, o di una corporazione. L’araldica per tanto tempo, nel passato, si è occupata di trovare simboli ed emblemi per caratterizzare determinate attività o famiglie. Non solo nobili ma anche altri ceti.
Anche ai tempi della Roma classica gli sfidanti usavano colori distintivi per permettere agli spettatori di fare il tifo per l’uno o l’altro concorrente, lo stesso sistema che oggi rivive nella tradizione e nei colori che contraddistinguono le diverse contrade che partecipano al palio di Siena.
Oltre ai colori, gli stemmi usano spesso animali mitologici, come leoni, aquile, serpenti e cavalli a non finire. Durante la riunione a Cantine Coli ci siamo anche ricordati del famoso coccodrillo della Lacoste. Che è addirittura riuscito a far perdere l’antipatia che accompagna la bestia e lo ha fatto un simpatico simbolo da portare in giro sui campi da tennis!
In mezzo a questi esempi ci sono poi quei marchi, come quello di CHANEL. COCA COLA o CANTINE COLI che sono composti in pratica di sole lettere. L’obiettivo per il graphic designer è sempre quello di dare vita ad una entità unica, riconoscibile che con la forza di una impronta che si imprime nella memoria sia poi capace di convincere e comunicare.
Ma spessissimo i simboli vengono usati dai graphic designer proprio pescando dalla tradizione, dall’araldica e da un vasto bestiario. Animali, rocce, stemmi di famiglia che entrano di continuo nelle etichette. In riunione a Cantine Coli ci siamo detti che uno degli elementi cruciali nella costruzione di un simbolo risiede nella realizzazione di un elemento capace di sedurre e di attrarre a sé in modo spontaneo e non meccanico. In poche parole il simbolo deve essere capace di persuadere, attrarre e fidelizzare.
Non dimentichiamoci poi che oltre ai simboli attrattivi che provengono come abbiamo visto da svariati universi creativi … c’è da trovare spazio – per Cantine Coli come tutti gli altri produttori- per le indicazioni obbligatorie e di legge … che non sono poche e che è necessario riportare sulle etichette e sulle retro etichette.