Durante un incontro di briefing a Cantine Coli è venuta fuori questa domanda: perchè molte persone sono disposte a pagare di più quando si trovano davanti un oggetto di ‘design’? Sia che si tratti di un mobile, di un’auto, di una poltrona o di una bottiglia di vino?
E’ uso comune nel mondo in cui viviamo vedere persone che scelgono prodotti magari più costosi perché spinti da un’idea seppur vaga di ‘design’; uno degli esempi più eclatanti è il caso dei computer Apple, ed in generale di tutti i prodotti con questo marchio. Ma ovviamente non è il solo, ci sono auto, moto, orologi e tutto il dorato mondo della moda ed il corollario degli stilisti e delle griffes. Senza dimenticare che anche i vini sono sottoposti allo stesso tipo di percezione, come ha sottolineato il management di Cantine Coli.
Qual è il motivo per cui siamo disposti a pagare di più un prodotto di design? La psicologia ci dice che è perché questo tipo di oggetto si associa all’idea di ricercatezza e di creatività fuori dagli schemi. Poichè viviamo in una società sempre più massificata e l’idea di avere un prodotto ‘esclusivo’ ci appaga e ci fa sentire unici.
E’ quella sorta di ‘polvere di fata’ che aggiunta ad un certo prodotto ne fa aumentare il valore percepito. Anche se il più delle volte il prodotto in questione in pubblicità non appare neppure. Si vedono magari le persone che lo usano ma l’oggetto raramente è mostrato. Di tutta questa messa in scena ne siamo consapevoli ma è difficile riuscire a resistere a questo tipo di illusione.
Nella visione di Cantine Coli c’è sempre stato un occhio di riguardo rispetto alla forme innovative del design delle etichette senza spingersi ai livelli di una sofisticazione senza senso e soprattutto senza nessuna capacità di essere percepita dal consumatore. In questo Cantine Coli tiene sempre una linea ben precisa che è data dalla ricerca della ‘semplicità’.
E’ difficile definire in poche parole cosa si intende per semplicità. Di sicuro sappiamo cosa Non è la semplicità: è quando si mettono insieme troppi segni e troppi elementi che vanno a creare uno stato di confusione. A maggior ragione tutto questo assume ancora più forza quando ci troviamo davanti ad una etichetta e alle sue ridotte dimensioni. Parlando di semplicità qualcuno dei grafici chiamati a realizzare un progetto per le nuove etichette di Cantine Coli quando ha sentito parlare del bisogno di semplicità è addirittura andato a pescare una citazione relativa al ‘500 e al Rinascimento. Che però vale la pena di riportare, perché è interessante.
La semplicità è prima di tutto un concetto non solo estetico ( così il grafico ha spiegato in riunione a Cantine Coli) si afferma nell’Europa del nord per contrapposizione alle pitture italiane del Rinascimento ricchissime di colori, di ornamenti, e orpelli. Lassù tra le nebbie e i rigori del clima nordico si diffonde l’idea calvinista e puritana dell’abito nero, della essenzialità e della purezza degli elementi. Tutto quello che non è necessario può e deve essere eliminato. E’ da questa corrente di pensiero che si sviluppa quasi la totalità del design della rivoluzione industriale, – e per arrivare ai giorni nostri – dei mobili (svedesi) che oggi abbondano nelle nostre case. Non deriva forse da quelle convenzioni l’abitudine ( ma in alcuni casi addirittura l’obbligo) nelle occasioni mondane di vestirsi rigorosamente di nero?
Alla fine di quell’incontro a Cantine Coli – dove la ricerca della semplicità è sempre stato un must – è stato sottolineato che questa necessità è tanto più pressante dal momento che lo spazio a disposizione delle comunicazione per una etichetta da vino è estremamente ridotto.
Cos’è quindi questa benedetta semplicità che tanto piace ai consumatori dei vini di cantine Coli? E’ togliere tutti gli elementi non necessari, eliminare gli orpelli, ricercare l’essenzialità della forma in uno spazio che sia più possibile sgombro per aumentare la percezione e la forza. E il più delle volte quando si crede di aver tolto tutto quello che si poteva, si scopre che si può eliminare ancora senza per questo smarrire la linea di comunicazione. E’ così che si afferma quella frase che ormai circola in tutta la cultura contemporanea ‘LESS IS MORE’: meno cose dico, scrivo o disegno e più ottengo.
Senza dimenticare un altro imperativo categorico che è ben presente nella filosofia di Cantine Coli e che risulta altrettanto importante tanto quanto la ricerca della semplicità: una etichetta che svolge bene il suo lavoro è sicuramente una etichetta in cui è ben chiaro a chi guarda chi ‘è che sta parlando’. Cantine Coli, ovviamente …