Secondo molti ricercatori sembra ormai accertato che nel lungo periodo che va da 10.000 (diecimila!) anni fa al 3500 prima di Cristo si è assistito alla domesticazione della pianta della vite, al suo utilizzo per la produzione di vino e dei primi processi di vinificazione. Siamo nella zona del Caucaso che molti considerano Europa e altri considerano Asia. Nel discorso avviato con Cantine Coli siamo tutti d’accordo nel pensare che sia più Asia che Europa.
Negli anni che vanno dal 3500 a.C. fino al 1000 a.C. si ha una vera diffusione in tutto il medio oriente di una bevanda a base di vino. Non è che si trattasse di una cosa facile e reperibile come lo può essere un prodotto delle Cantine Coli, perché in effetti si trattava di qualcosa destinato alle elite, come i sacerdoti, i faraoni. Si usava durante le cerimonie importanti di tipo religioso o anche banchetti di livello.
Per arrivare ad un tempo più recente tra il 770 a.C ed il 146 a.C il vino arriva e si espande in tutte le aree governate dai Greci. Ci sono tantissime pitture ed immagini che fanno vedere come fosse in uso il vino durante i banchetti. Per la cultura del tempo il vino era collegato al culto di Dioniso, la divinità che esprime l’ebbrezza e la forza vitale. Con l’espandersi della cultura greca la cultura della vite si espande in tutto il Mediterraneo. In particolare in Italia si diffonde nella regione della attuale Calabria, che viene denominata Enotria, cioè terra del vino.
Sono poi gli anni dell’espansione dell’impero romano a fare del vino un protagonista della tavola. Siamo negli anni d’oro di Roma tra il 753 a.C. ed 476 d.C. I romani lo avevano ereditato dagli etruschi che proprio nelle zone dove oggi produce Cantine Coli ( Toscana centrale- Chianti) esportavano in buona parte dell’Europa del tempo.
Il crollo dell’Impero 476 d. C e la fine del Medio Evo 1500 d.C porta ad una ulteriore evoluzione. La ricerca enologica ( che non si ferma mai come sanno bene qui a Cantine Coli) in quegli anni si concentra nelle mani di frati ed in particolare monaci benedettini e cistercensi che si fanno portatori delle esperienze precedenti. I campi sono stati abbandonanti in gran parte davanti alle invasioni barbariche e quindi ci si rifugia tra le mura dei conventi per studiare e migliorare il lavoro in cantina.
Con l’apertura delle nuove rotte verso le Americhe e le parallele innovazioni tecnologiche per la produzione del vetro si assiste ad una nuova fase espansiva. Siamo negli anni a cavallo tra il 1500 ed il 1600. Vengono realizzate nuove bottiglie con un vetro più resistente anche se sempre prodotte con il metodo della soffiatura. Nuovi sistemi per tappare le bottiglie, per una migliore conservazione, e per iniziare a creare delle Riserve.
Poco dopo la metà del ‘600 nasce lo Champagne. L’invenzione è attribuita ad un monaco benedettino Dom Piérre Perignon, che sembra sia arrivato alla creazione partendo da un errore nel processo di vinificazione che causò lo scoppio di diverse bottiglie … ma la scienza e anche la vita, come sanno bene anche qui a Cantine Coli è costellata di scoperte nate per caso, spesso proprio da errori.
In pieno secolo illuminista proprio qui in Toscana nella terra delle Cantine Coli, in seguito ad una terribile gelata nel 1776 il Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici applica il primo decreto sulle produzioni del Chianti riservandole alle zone del Pomino e del Carmignano. E’ ritenuto storicamente il primo disciplinare di produzione della storia.
Con l’espandersi della rivoluzione scientifica e l’affermarsi del metodo a metà ‘800, si inserisce nei processi di fermentazione l’uso dei lieviti (Luis Pasteur). Sono gli stessi anni in cui parallelamente si inizia seriamente un processo di classificazione dei diversi vitigni, in base alle loro caratteristiche. Come Cantine Coli tiene a precisare è in quel periodo che viene elaborata la composizione del Chianti individuata dal Barone Ricasoli.
Sempre a metà secolo arriva in Europa la filossera che distruggerà gran parte delle viti europee. La soluzione viene trovata da un innesto che coniuga la vite americana – che risulta immune al parassita – con le viti europee. Sarà grazie a questa scoperta che la vite non verrà cancellata dalla faccia della Terra.
Con l’inizio del ‘900 in tutte le discipline si assiste a sviluppi portentosi. Le vecchie formule di produzione vengono rivoluzionate e anche tra i filari si assiste ad un processo di razionalizzazione che conduce al distanziamento tra filari.
Con la fine del secondo conflitto mondiale e l’inizio dell’epoca che conduce a noi, si assiste al progressivo abbandono delle terre e di contrasto alla nascita di disciplinari sempre più seri e severi per la produzione di vini classificati Denominazioni di Origine Controllata, che secondo quanto Cantine Coli ha sempre puntato, segna un legame indissolubile tra un territorio ed il vino che produce (Doc e DOCG -Denominazione di Origine Controllata e Garantita)
Negli anni di fine secolo il consumo del vino si espande, aumenta la qualità e le esportazioni verso paesi che conoscono un vero e proprio boom come è il caso del paesi nord Europa e Stati Uniti. Cantine Coli conosce una fase di crescita e di sviluppo importante.
Nel nuovo millennio tutto si fa sempre più specialistico e mirato, sia nella ricerca sui vitigni che arriva fino al tracciamento del DNA, sia con una ricerca nel vigneto che si spinge all’uso di droni, e tecnologie sempre più fantascientifiche. Più si spinge avanti la ricerca e l’innovazione più sembra farsi largo tra la gente il bisogno – che tutto lo staff di Cantine Coli sostiene e mantiene – di un contatto con la natura, con la per far si che la cultura del vino sposi sempre più la sostenibilità ambientale.